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«L'obiettivo del piano - ha spiegato Bernabè - è di proseguire nel miglioramento della dinamica di ricavi e margini avviata nel corso del 2008 e riprendere un percorso selettivo di crescita caratterizzato da una severa disciplina finanziaria del gruppo Telecom Italia. Avevamo annunciato con forza un ritorno ai fondamentali, con l'obiettivo della generazione di cassa, della riduzione del debito, della corretta dinamica di ricavi e margini coerenti con la nostra dimensione e con la nostra capacità operativa».
«Le condizioni dei mercati e dell'economia reale nel frattempo intervenute hanno mostrato come sia necessario essere ancora più incisivi nell'affrontare in modo prioritario la riduzione dell'indebitamento. Alla luce dei risultati, che nel frattempo hanno mostrato la frenata dell'erosione dei margini, siamo oggi in condizione di proseguire con un piano triennale che conferma la direzione di questi ultimi mesi».
«Continueremo quindi - ha concluso Bernabè - con più determinazione sul lato del controllo dei costi operativi e degli investimenti, con un perimetro di business coerente con le nostre attuali necessità, e con l'obiettivo di abbattere il debito intorno al 2,3 in rapporto all'Ebitda».
A incontro londinese concluso sono arrivati i commenti al piano. Secondo Asati, l'associazione dei piccoli azionisti, la strategia del gruppo di tlc mette al centro un «puro contenimento dei costi senza una vision di crescita e sviluppo». Al contrario, per Telecom «l'unica soluzione possibile è lo scorporo della Rete con la creazione di una società separata». In questo modo «non sarebbero necessari ulteriori tagli nèédismissioni all'estero, estero che deve invece essere rafforzato». Di questi temi Asati vorrebbe che i vertici di Telecom discutessero in un Cda appositamente convocato. Secondo i piccoli azionisti «il titolo potrebbe arrivare oltre i due euro entro il 2009 mentre nella visione dell'attuale piano il titolo raggiunge quota 1,8 euro nel 2011».
«In una situazione nazionale e internazionale di crisi economica - ha affermato ancora la Asati - il piano è totalmente orientato a un contenimento dei costi e degli investimenti soprattutto nella parte domestica. Il timido accenno ai nuovi servizi e allo sviluppo dell'Ic e dell'Iptv non riescono a modificare uno scenario conservativo e riduttivo, come dimostra anche l'andamento del titolo dopo la presentazione».
Quanto ai nuovi tagli Annamaria Furlan, segretario confederale Cisl, e Armando Giacomassi, segretario generale della Fistel-Cisl hanno definito «preoccupanti» le decisioni del Cda. «È inaccettabile che il risanamento Telecom passi esclusivamente attraverso riduzioni del costo del lavoro annunciato a mezzo stampa, relegando il confronto con le organizzazioni sindacali a momenti successivi». Il sindacato annuncia battaglia: «Non permetteremo più operazioni in cui si tagliano posti di lavoro mentre si aumentano i dividendi».
E nel pomeriggio il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, durante la registrazione di "Economix" per Rai Educational ha avvertito: «Guarderemo con molta attenzione a questo ulteriore programma di ristrutturazione di Telecom». Il ministro ha aggiunto che il Governo verificherà se questo piano sia «davvero necessario alla sopravvivenza e alla crescita di questa società. Bisogna sempre entrare nel merito e non accettare acriticamente quello che un datore di lavoro può decidere - ha aggiunto Sacconi - soprattutto in una stagione come questa in cui mettiamo generosamente a disposizione gli ammortizzatori sociali». Per il titolare del Welfare, infatti, la disponibilità dell'Esecutivo non «deve incoraggiare la facile espulsione dei lavoratori se non in presenza dell'esigenza incomprimibile della sopravvivenza dell'azienda».